In Italia questo fenomeno ha assunto dimensioni ragguardevoli, un livello che solo pochi paesi al mondo vantano: le stime parlano di circa 3,5 milioni di professionisti, pari al 19,3% della popolazione. Ma quanti di questi professionisti è veramente un freelance, ha fatto cioè una scelta volontaria e consapevole? Conosciamo il vero significato di questa parola? Bisogna innanzitutto fare chiarezza: un è un individuo che ha deciso di lavorare in modo autonomo, ha aperto una partita IVA e porta avanti una sua attività. Uno è un individuo che alle dipendenze di un’azienda, ha la possibilità di lavorare in ambiente diverso dalla sede dell’azienda stessa: a casa, in coworking, ecc. Si tratta quindi di due condizioni nettamente diverse, con condizioni di vita e anche economiche spesso molto diverse. Per decidere di intraprendere questa strada servono delle caratteristiche di base: - Organizzazione - Saper fare i conti - Sapersi vendere - Concretezza - Affidabilità - Entusiasmo, flessibilità, saper ascoltare Il freelance è il solo responsabile di se stesso, quindi il successo della propria attività dipende dalle proprie capacità: quindi l’organizzazione ferrea dei tempi e degli spazi dedicati a ciascun lavoro o clienti sono alla base del successo in qualsiasi tipo di professione svolta in autonomia. Sapere fare i conti, perché prima di lasciare un lavoro da dipendente, è bene avere fatto un piano economico, per capire quanto investire e quanto aspettarsi dalla nuova attività. Uno degli aspetti più difficili è quello di sapersi vendere: da freelance non si lavora più su clienti assegnati, bisogna saperli intercettare, vendersi insomma. La concretezza è la legge del freelance: è inutile accettare lavori che non si è in grado di affrontare, meglio prediligere almeno agli inizi, ciò che sappiamo fare. L’affidabilità è una delle doti più richieste dai clienti: se in un’agenzia ci sono figure alternative che possono coprire le mancanze, tu come freelance sei la tua azienda, devi quindi saper far fronte agli imprevisti. Entusiasmo, flessibilità e capacità di ascolto sono alla base di ogni professione creativa, ma per il freelance sono legge, l’empatia è fondamentale. In linea di massima, il freelance ha completa autonomia sul lavoro che svolge, può scegliere come e quando lavorare e come scegliere i propri clienti Può gestire diversi clienti, in base alla propria organizzazione del tempo. Può darsi dei target di fatturazione, mettendo in conto però che in genere il lavoro in proprio richiede più tempo rispetto a quello di un dipendente. In mancanza di organizzazione ferrea è facile cedere all'insicurezza e allo sconforto: il fatto di lavorare da soli magari dopo essere stati dipendenti per molto tempo può portare ad un senso di vuoto. Prima di fare questo passo è buona regola informarsi bene e magari consultare un tutor che aiuti a perseguire questa nuova via. Non ultimo, iscriversi ad associazioni o community che riuniscono freelance, magari del proprio settore, per prendere spunti e scambiare esperienze. lavori per un’azienda o un’agenzia con un contratto di collaborazione, fissa e continuativa. Esistono molte situazioni in Italia, dove le figure di middle management/high management che percepiscono uno stipendio medio alto non vengono più assunte e vengono spinte ad aprire un partita IVA: questi non sono freelance ma professionisti che spesso lavorano anche per 20 anni in una stessa posizione, con la sicurezza di un contratto tacitamente rinnovato ogni anno, senza le ansie e incertezze dei liberi professionisti. Le professioni legate al mondo della comunicazione sono quelle più rappresentate nell’universo freelance, perché spesso non richiedono presenza e possono essere svolte ovunque: Social media manager, copywriter, digital marketer, giornalisti, grafici, interpreti ecc. Scopri se puoi diventarlo, senza farti il film di te che lavori su una spiaggia tropicale: lì ci puoi anche arrivare, diventando Nomade Digitale, ma la regola dei passi giusti da fare è quella da seguire. Foto di Gerd Altmann da Pixabay §§
La pandemia ha portato a un’evoluzione del rapporto che intercorre tra le persone e il lavoro. Durante i colloqui di lavoro che intercorrono tra candidati e recruiter uno dei maggiori desiderata sono le condizioni di lavoro: flessibilità, possibilità di lavorare da remoto, benefit aziendali quali ad esempio la formazione.
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