I Social media di oggi, poco social e molto media.


Il mondo del digitale è in trasformazione, quelli che abbiamo sempre considerato Social Media o meglio Social Network, sono sempre meno social e sempre più media.



Vi ricordate com’era Facebook quando è uscito?

Io sì, era un posto anche piacevole, dove potevi incontrare gli amici, gli ex colleghi o compagni di scuola, dove si parlava di tutto e di niente e dove il feed era pieno di notizie su chi conoscevamo e seguivamo, un feed giusto per noi e per le nostre esigenze.


E Instagram?

Che bello era postare foto fatte da noi per il gusto di farlo, magari anche con pretese artistiche ma sempre e comunque per il gusto di farlo.

E seguire chi più ti piaceva era quasi un plus, in fondo più che un social era una vetrina dove mostrare le proprie creazioni.

Twitter era il social media dei giornalisti, degli opinionisti, dove si potevano scambiare idee veloci in modo garbato, confrontandoci con altre persone, magari più colte e preparate di noi.


E poi cos'è successo?

Quando è cambiato tutto?

Il cambiamento è stato graduale, con l'aumento della pubblicità, con l’arrembaggio degli influencer, con un feed sempre più pieno di consigli non richiesti e che spesso non ci rappresenta più.

E non ultimo, l’avvento degli haters, quelle persone che, nascondendosi dietro a false identità e pseudonimi si sono sentite autorizzate non a criticare, quanto ad insultare gratuitamente tutti e nessuno.

Ora a voler ben guardare, non si tratta più di piattaforme di interconnessione: abbiamo degli attori da una parte che somministrano i contenuti e gli spettatori dall’altra, che subiscono più o meno passivamente questo tsunami di informazioni non richieste.


Personalmente non ho mai amato molto i social media,  LinkedIn a parte su cui svolgo la mia professione: ho sempre considerato la comunicazione asincrona qualcosa di poco empatico: se voglio avere notizie di un amico prendo il telefono, se mi serve un preventivo mando una mail, con i prospect o i nuovi clienti prediligo sempre il contatto diretto, di persona, telefonico o via webcam.

i social media come Facebook stanno quindi pagando le conseguenze di due tendenze parallele:

-  l’ascesa di piattaforme piene di contenuti generati da creator, consumati dalla maggior parte degli utenti in modo passivo, come se fossero Netflix.

- lo spostamento dei rapporti più circoscritti sulle chat (wazzup, telegram) dove intrattenere rapporti diretti con le persone, senza perturbative nei feed.

Nella prima categoria troviamo principalmente TikTok, Twitch e YouTube, sui quali gli utenti stanno anche per ore, ma non trovano contenuti generati da amici o parenti.

TikTok infatti, non è per sua stessa definizione un Social network come lo intendiamo noi, ma, piuttosto, una piattaforma di intrattenimento, dove la maggior parte degli iscritti non posta ma si limita a guardare i video creati da altri. In questo articolo del Post, troviamo una bella analisi della crisi in atto, corredata da dati.

Altro aspetto che che pesa sulla discesa di Facebook è senz’altro quello dei licenziamenti in massa, operati da Zuckerberg, resi necessari dall’ascesa incessante, appunto, di TikTok e conseguente crisi finanziaria di Meta, che si sta spostando verso Il Metaverso, destinazione ancora parzialmente sconosciuta.

Dove porterà questa nuova strategia, o forse mancanza di strategia ancora non si sa bene: molti esperti parlano di un'ascesa sempre più forte di piattaforme, come TikTok e Twitch, ma anche di una rivalsa di Youtube: contenitori di contenuti da usufruire senza alcuna interazione.

Insomma, si tornerebbe alla fruizione passiva, come la tanto criticata la televisione.


Foto di Simon da Pixabay