IL TELEFONO, LA TUA VOCE? NON PIÙ!


Probabilmente solo alcuni di noi ricordano una vecchia campagna TIM (allora SIP) che terminava con il claim “Il telefono, la tua voce”.


Era uno spot del 1982 in cui un ragazzo chiamava la sua ragazza da un telefono pubblico a gettoni, un reperto archeologico che per i nati dopo gli anni ‘80 è pressoché sconosciuto.

In effetti in quegli anni la comunicazione tra persone avveniva così, via telefono o lettera, ma il telefono era il mezzo preferito dai giovani: più immediato, si parlava di tutto a ruota libera, nascosti in un angolo della stanza.

In ambito lavorativo invece, le telefonate fiume erano all'ordine del giorno, con i clienti che chiamavano in qualsiasi momento perché magari il fax non l’avevi visto.

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E poi cos’è successo?

E’ arrivato internet, i cellulari e la messaggistica istantanea, che ci hanno enormemente facilitato il lavoro.

Però ci hanno fatto perdere, quasi senza che ce ne accorgessimo, il rito della telefonata, quella conversazione che ci permetteva di mettere a fuoco in pochi (o molti minuti) quello che spesso non si riesce a focalizzare in decine di mail.

Siamo dunque passati da un concetto di comunicazione sincrona a quello in modalità asincrona, quella rappresentata cioè da mail, messaggi e chat.


Comunicazione sincrona vs asincrona

Per semplificare, la comunicazione sincrona è quella che avviene tra due persone in contemporanea, in tempo reale: la telefonata ne è l’esempio classico, così come la call in video o il colloquio in presenza.

La comunicazione asincrona è invece quella che si svolge, per così dire, senza contraddittorio diretto, quindi mail, messaggi o interazioni sui Social, messaggi vocali.

C’è anche una forma per così dire ibrida, rappresentata dalle chat dove si messaggia spesso in live.


Comunicazione asincrona, la più utilizzata

Oggi la modalità più utilizzata in assoluto è quella asincrona, ritenuta più sicura perché:

- le mail si possono rileggere più volte per correggere gli errori
- non c’è una interlocuzione diretta, perciò nell’immediato il contraddittorio non esiste
- non c’è rischio di impappinarsi o di perdere il filo, è tutto scritto e preparato prima
- e poi, “verba volant, scripta manent", ho le prove di quello che ti ho presentato

Ma questa comunicazione, sicuramente meno impegnativa di quella sincrona, ci toglie diverse possibilità di interazione:

- rinunciamo al fattore umano, così importante ad esempio, per promuovere un servizio: quanti assistenti di vendita virtuali ci sono già?

- non vedo l’espressione del mio interlocutore e non capisco se quanto gli sto raccontando può essere di suo gradimento
- Non posso interagire in tempo reale, perdendo così l’occasione di modificare un’idea o un progetto in real time
- viene a mancare totalmente un confronto diretto e si genera così una prosecuzione totalmente asincrona di un progetto, con prevedibili ritardi o errori di interpretazione di uno scritto magari non troppo chiaro.
- non colgo le sfumature come durante un colloquio


Comunicazione sincrona: una telefonata ti allunga la vita

Ho copiato il titolo di un altro vecchio spot Telecom Italia, questa volta del ‘93: certamente nel nostro caso parliamo di allungare la vita a un progetto o, più semplicemente, di rendere più immediata la reazione e quindi la gestazione di un progetto, senza nascondersi dietro alla tecnologia.

Purtroppo oggi la metodica di contatto diretto viene spesso evitata perché considerata, a ragione, più impegnativa: non c’è infatti palestra migliore che confrontarsi, telefonicamente o di persona, con un cliente o un prospect, per esercitare le nostre capacità personali di reazione davanti ad argomenti non preparati precedentemente.

Questa tendenza è particolarmente presente nei soggetti più giovani, nati già con le chat a portata di mano e che le considerano quindi il mezzo di comunicazione preferenziale, sia a livello personale che lavorativo.


Comunicazione sincrona blog di donata mazzajpg

Dobbiamo preoccuparci?

A mio parere si, perché in questo modo si perdono più velocemente quelle che sono le capacità relazionali, che sono alla base della vita, lavorativa e sociale.

Inoltre non si sviluppa la capacità di intervenire "hic et nunc", requisito fondamentale ad esempio, in campo creativo o progettuale.

Anche noi, non più giovanissimi, spesso optiamo per un utilizzo più “comodo” di mail e chat, per allontanare il momento in cui ci sarà il confronto diretto. 

O più semplicemente perché non vogliamo essere respinti o percepire nel nostro interlocutore un tono gelido o magari anche scortese.

E poi, vuoi mettere la comodità della mail o del messaggio: lo puoi mandare a qualsiasi ora, senza disturbare…


Eppure è molto semplice capire la differenza.


Mi spiego meglio: se decido di acquistare un capo di lusso non mando una mail in un centro commerciale, ma voglio un consulente dedicato che mi ascolti e che capisca le mie esigenze perché così sicuramente risolverà il mio problema in diretta e in tempi brevi.

Ecco, la comunicazione sincrona fa la stessa cosa: ci permette di discutere in diretta del progetto e di porre subito le basi per una proficua prosecuzione della collaborazione.

Quindi alla fine, una telefonata forse non ti allunga la vita ma sicuramente ti aiuta a interagire in modo più diretto con il tuo cliente e fargli confessare subito e non a progetto avanzato, cosa desidera veramente.



foto di geralt per pixabay

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