L’ agilità aziendale è il biglietto da visita per il futuro. E anche per il presente.

Che siano tempi difficili è ormai un fatto assodato, da un anno viviamo in una specie di limbo di cui non si vede per ora via d’uscita.

Ma questa situazione non può essere un alibi per rinunciare ad evolversi: anzi, lo smartworking rappresenta un’occasione cruciale per diventare agili, adottare strategie di cambiamento che possano dare un nuovo sbocco ad attività che oggi possono sembrare paralizzate.

Quali ritorni? 

Oltre la metà delle aziende catalogabili come “agili” ha ottenuto infatti ritorni eccellenti in termini di customer experience, traendo valore da modelli flessibili per orientarsi rapidamente nei confronti delle preferenze dei clienti e facendo leva su una forza lavoro soddisfatta e qualificata. (fonte: https://www.ilsole24ore.com/art/agilita-azienda-fondamentale-i-ceo-ma-adotta-un-impresa-cinque-ADJNODHB)

E’ quindi necessario prendere ora delle decisioni, l’agilità aziendale è ora necessaria, sia in ambito aziendale che per i freelance: il modo migliore per cominciare a cambiare è probabilmente chiedersi di cosa ha bisogno il nostro pubblico. 

Analizzare i bisogni del nostro target di riferimento ci farà capire come rimodulare la nostra offerta, se spostarci su altri tipi di servizi o su altre buyer persona.

Lifelong learning

Vedo tanti professionisti che in questo momento si stanno buttando a capofitto nella formazione con lo scopo di monetizzare subito quanto appreso: io sono un fan della lifelong learning, ma prima di applicare quanto appreso dobbiamo anche testare su noi stessi o su una ristretta cerchia di clienti, se il metodo che intendiamo applicare funziona.

Formazione di qualità. 

Fondamentale è anche affidarsi a docenti che siano in grado di dispensare contenuti di valore: il lockdown ci ha aperto un mondo di formazione online non sempre di buona qualità, spesso gratuita e studiata per dare poche nozioni confuse che sicuramente non sono utili a chi deve poi utilizzarle. 

Insomma, non dobbiamo confondere il fatto di essere agili con la sindrome della cavalletta, saltando da un’opportunità ad un'altra senza approfondirne nessuna.

Quindi Agilità si, ma con programmazione e lungimiranza.

Come?

Facendo un programma, con step precisi, per capire dove vogliamo arrivare: l'improvvisazione è il modo peggiore per affermarsi, meglio farsi aiutare da professionisti che possano aiutarti a studiare le tue caratteristiche e le tue competenze e iniziare una nuova avventura professionale: il cambiamento non deve spaventare e quindi chiedimi come!

 

 Foto di Hebi B. da Pixabay

 

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