Scrivere in modo semplice è professionale?

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Qualche giorno fa mi è capitato di leggere nel mio feed di LinkedIn un post fuori dalla mia rete, perché era stato commentato da un collegamento in comune.


L’ autrice del post, una social media advisor, raccontava che un suo cliente che affianca professionalmente e per cui scrive anche post, le aveva riportato la critica di un suo conoscente in merito appunto ad un post che lei aveva scritto: il conoscente (competenze non pervenute) diceva che il post era scritto in modo troppo semplice, con un linguaggio da "influencer", insomma secondo lui in modo non professionale.

Pur non essendo in contatto le ho esposto la mia vicinanza, scrivo infatti anch’io per conto terzi e a volte non è facile.

Ma quello che mi ha colpito è il giudicare come non professionale una scrittura semplice, quando spesso la semplificazione dei concetti è alla base di un buon testo.

Mi spiego meglio: se il mio committente è, ad esempio, un commercialista che vuole parlare a persone che non hanno le sue competenze, a dei buyer o a dei prospect di altro settore, sarà importante riuscire a rendere i concetti, spesso complicati di questa professione, in modo semplice e magari accattivante, così che, chi legge, non solo comprenda facilmente cosa si vuole esprimere ma che sia anche attratto dal servizio o prodotto proposto.

Il più delle volte il cliente, se ha fiducia, capisce il concetto e lascia che chi scrive renda in modo semplificato i suoi servizi, anche se a volte non gli viene spontaneo pensare che quello che per lui è chiaro potrebbe non esserlo per un potenziale cliente.


La forza della semplificazione

La capacità di un copywriter o comunque di chi scrive per il web è proprio quella di rendere comprensibili concetti difficili, di rendere fruibili argomenti che normalmente verrebbero affrontati con ansia o accantonati velocemente.

Dopo anni nel mondo della comunicazione ho imparato a fare tesoro di ogni critica ricevuta: una volta un mio direttore mi disse che quando presentavo l’agenzia e gli eventi che essa produceva a volte dicevo, secondo lui, cose banali: ma in realtà non era così, ascoltando il cliente e percependo il suo background, li semplificavo rendendoli adatti a chi avevo di fronte che spesso non aveva competenze tecniche o a cui non importava granché del diametro dei tubi innocenti utilizzati per il palco.

A volte i tecnicismi che ci rendono orgogliosi del lavoro che facciamo non sono comprensibili per chi ci ascolta, sta a noi renderli appetibili, interessanti o a volte, semplicemente…semplici.


Ma non per questo banali.

Si, perché il contenuto è il re della comunicazione ma se la scrittura non riesce a renderlo allora sarà un contenuto sprecato, solo per pochi addetti ai lavori.

E non per i nostri (vostri) potenziali clienti.

Quindi occhio ai suggerimenti degli amici o, come direbbe qualcuno, dei cugini, perché spesso sono dettati dall'incapacità di calarsi nei panni degli altri. 

Semplicemente.



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Foto di @le_visioni_di_frank