SMART WORKING: COSA CAMBIA DA GIUGNO 2022


Dal 1° di aprile decade lo stato di emergenza che decreta di fatto lo stop allo smart working come lo abbiamo vissuto in questi ultimi due anni.

Lo stato ha però deciso, dopo la stesura di questo post, di prorogarle fino al 30 giugno 2022 con il nuovo decreto Covid del 17 marzo.


Ma cosa cambia in definitiva?

Molte sono le richieste per mantenere questo tipo di fruizione del lavoro che nei due anni di pandemia ha aperto una nuova visione del mondo del lavoro, ma, di fatto, ci sono regole ben precise che dettano il ritorno al regime ordinario.

Smart working, dal 1° aprile 2022 ritorno alle regole ordinarie: prorogate fino al 30 giugno 2022.

Decadono da questa data le procedure semplificate che consentono ad oggi, l’accesso al lavoro agile: l’applicazione della legge n. 81/2017, riporta il mondo del lavoro indietro di 5 anni, con l’obbligo di esistenza di un accordo individuale tra il datore di lavoro e il dipendente in materia di smart working.

Dal 1° aprile 2022, dopo la fine dello stato d’emergenza Covid-19, per lavorare in smart working bisognerà quindi sottoscrivere un contratto con l’azienda per la quale si lavora.

Le aziende che intendono continuare a concedere ai propri dipendenti lo smart working, dal 1° aprile 2022 dovranno quindi contrattualizzarlo.

Nell’accordo dovranno essere specificati i termini della fruizione tra i quali, ad esempio:

  • la durata

  • l’eventuale alternanza dei periodi di lavoro in sede

  • gli strumenti di lavoro, se forniti dal datore di lavoro o meno;

  • gli orari di lavoro effettivo, le pause di riposo;

  • Se necessaria, l’attività formativa per il lavoro in modalità smart;

  • i diritti sindacali.

Le deroghe date dall’emergenza Covid avevano reso Agile anche la modalità di fruizione, semplificando e promuovendone l’accesso: Ora cosa succederà?

Molte aziende si sono portate avanti, firmando degli accordi che consentano ai propri lavoratori di lavorare in Smart working, proprio per anticipare le conseguenze negative che il ritorno alle vecchie regole porteranno senza dubbio al mondo del lavoro.


Smart working: comunicazione telematica

Lo Stato si rende però conto dell’impatto devastante che un ritorno di massa alle regole pre-pandemia può causare, è ha decretato una semplificazione della comunicazione con la quale, come dichiarato dal Ministro Andrea Orlando, “ il datore di lavoro dovrà comunicare in via telematica al Ministero i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro in modalità agile”

Questa semplificazione prevede che il datore di lavoro possa inviare i dati di tutti i lavoratori che agiranno ancora in smart working in un’unica soluzione e non più con pratiche individuali come richiedeva la legge pre-pandemia.


Smart working: quali prerogative?

Aderire allo smart working resta comunque una prerogativa volontaria, il lavoratore potrà decidere in autonomia se lavorare da casa senza incorrere in “sanzioni” da parte dell’azienda qualora preferisse svolgere le proprie mansioni sul posto di lavoro.

Restano fissate alcune regole fondamentali:

- non sono riconosciuti gli straordinari;

- non è previsto un orario di lavoro preciso, ma solo il raggiungimento gli obiettivi prefissati;

- resta il diritto alla disconnessione

- nel caso di assenza legittima come ad esempio per malattia, il lavoratore può disconnettersi;

- il lavoratore ha diritto a permessi, come previsti dai contratti collettivi;

A definire le modalità operative sarà comunque un apposito decreto ministeriale, ad oggi non esiste ancora una legge ufficiale che sancisca queste regole ma solamente un decreto legge (4/2022) non ancora attuato.


Smart working per i lavoratori fragili

In attesa di regole definitive, sembra però già appurata una corsia preferenziale per i lavoratori fragili, secondo l’articolo 10 che cita:

“le Parti sociali si impegnano a facilitare l’accesso al lavoro agile per i lavoratori in condizioni di fragilità e di disabilità, anche nella prospettiva di utilizzare tale modalità di lavoro come misura di accomodamento ragionevole.”

Resta quindi l’attenzione ai lavoratori in condizione di fragilità, anche se viene meno il diritto previsto nel periodo di emergenza Covid.


Smart working e pubblica Amministrazione

Discorso a parte merita il comparto Pubblica Amministrazione, dove le regole sono già state stabilite dal 15 ottobre 2021, regole con le quali il Ministro Brunetta ha decretato che lo smart working non potrà superare il 49% con accordi individuali stipulati con i singoli lavoratori.


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