Work life balance: cosa resterà nel 2023?



Nel corso della pandemia si sono affermate modalità lavorative che hanno rivalutato abitudini lavorative diverse, il cosiddetto New Normal che ha portato alla ribalta il concetto di Work Life Balance, concetto che ha rivoluzionato la visione del mondo del lavoro.


Per il prossimo anno però molte aziende hanno già previsto drastiche riduzioni dei “privilegi” concessi durante tale periodo, con il rischio di far perdere ai propri dipendenti molti dei vantaggi che dopo due anni sono sembrati conquistati.

Molte aziende, secondo un'indagine condotta da Global Talent Trends su LinkedIn da YouGov, hanno già deliberato riduzioni anche drastiche alle modalità di lavoro ibride: in Italia il 34% delle aziende ha inoltre già ridimensionato i propri piani per le assunzioni e il 25% le ha bloccate.

Il 27% delle imprese ha ridotto anche i fondi per la formazione e per la creazione di nuove opportunità professionali per i propri dipendenti.

L' indagine è stata condotta su un campione di circa 3.000 dirigenti C-level, dirigenti quindi di alto livello incaricati di prendere decisioni a livello aziendale.

I risultati sono in qualche modo sconcertanti e contrapposti: il 71% dei dirigenti intervistati sembra convinto che le conquiste ottenute in pandemia siano destinate a rimanere nel tempo, mentre il 60% è preoccupato per una loro probabile riduzione, che porterebbe ricadute negative sul work life balance.

Inoltre il 36% delle aziende probabilmente ridurrà il lavoro ibrido e flessibile, riportando in ufficio i propri dipendenti.

Quest’ultima decisione è ancora più stridente: dovendo doverosamente affrontare le aziende una riduzione dei consumi energetici, la decisione di riaprire totalmente uffici enormi (penso ad esempio alle grandi compagnie assicurative che a Milano hanno grattacieli interi) sembra inspiegabile, tanto che nel corso della Pandemia si è potuto testare come il lavoro Smart sia produttivo tanto quanto quello in sede.

Le aziende si trovano inoltre a fronteggiare un numero non indifferente di richieste di supporto economico da parte dei dipendenti, per contrastare l’aumento del costo della vita, che, come sappiamo, è fortemente aumentato soprattutto nell'ultimo anno.

“Fiducia, flessibilità sul lavoro, equilibrio tra vita privata e professionale, sviluppo di nuove competenze e creazione di nuove opportunità di carriera all’interno dell’azienda sono aspetti fondamentali sui quali non si possono fare passi indietro – ha affermato Marcello Albergoni, Country Manager di LinkedIn Italia

Sono punti cruciali per un ambiente di lavoro inclusivo ma anche per costruire aziende diversificate e resilienti, in grado di adattarsi a un mondo in rapida evoluzione. Crediamo che il rapporto datore di lavoro – dipendente debba essere di scambio reciproco tale per cui i dipendenti dovrebbero essere resi partecipi del business, incarnando i valori dell’azienda e investendo su se stessi attraverso competenze e una comunicazione trasparente”.

La domanda che ci si deve porre è quindi questa: riusciranno le aziende a capire che il work life balance ottenuto non è più considerato un plus ma fa parte del nuovo modo di vivere il mondo del lavoro?

Senza arrivare alla YOLO tanto portata avanti dai millennials, oggi tutti abbiamo imparato che il new normal del mondo del lavoro è profondamente cambiato, la fuga dei dipendenti dalle aziende avvenuta nel corso degli ultimi due anni per diventare freelance e gestirsi la vita lavorativa secondo i propri ritmi dovrebbe far riflettere le aziende, ma succederà?

E se succederà, non sarà troppo tardi, quando i migliori talenti se ne saranno andati, magari per diventare Nomadi Digitali?


I punti che le aziende non potranno ignorare saranno quindi:

- Il Work life balance, fattore ora fondamentale nella scelta di un posto di lavoro.

 -La proposta formativa, spesso più valutata della retribuzione offerta.

- Flessibilità, come parola chiave di ogni rapporto di lavoro.

- La possibilità di crescita personale e professionale nell’ambito aziendale.

- Promuovere la condivisione delle competenze tra i dipendenti, per una collaborazione costruttiva.

Personalmente penso che trovare il proprio Work Life Balance sia un percorso lungo e molto personale, quasi intimo, che può richiedere anni: l’importante è arrivare ad un risultato che ci permetta di approfondire tutti gli aspetti della nostra vita sia lavorativa che affettiva.


Foto di ha11ok da Pixabay